Che cosa ho imparato in spiaggia questa estate? come “giocare” la concentrazione in famiglia

Eh sì l’ estate è proprio finita, lo leggiamo sul calendario e, anche se fa ancora caldo, gli impegni, soprattutto scolastici e sportivi sono ricominciati, con le dovute precauzioni certo, ma puntuali come ogni anno.

Che cosa mi ricorderò come mamma di questa estate particolare?

Certo i progressi al mare di mia figlia, la spensieratezza cercata con ogni forza, per farle vivere una bella estate, e così le risate, le sudate, il parco giochi in spiaggia e le corse proprio in quella direzione o in acqua.

Come mamma però mi porterò un ricordo costruttivo particolare.

Quest’ anno ho capito il valore della concentrazione.

Così quando eravamo al bar con igienizzanti o con famiglie che non conoscevamo, o in fila al supermercato o quando mi prudeva il viso per la mascherina o volevo abbracciare un’ amica o fiondarmi in bancarelle piene di gente dovevo mantenermi abbastanza concentrata.

Sul filone dei miei pensieri su questo argomento “concentrazione” ho scoperto ed elaborato molto di più, quando è arrivata una nuova vicina di ombrellone.

Una mamma di tre figli di età diverse tra loro, senza marito perche’ lavorava in città e solo una nonna qualche ombrellone più là.

Scendeva in spiaggia arrivando in bicicletta con tre figli, giocava, li seguiva e si assentava, delegandoli per un po’ allo sguardo di amiche o nonne, riassestandosi i capelli e indossando un prendisole nero, sedendo in angoli tranquilli per videochiamate di lavoro.

Qualche chiacchierata leggera anche con me, poi via al programma pomeridiano di spesa e corsi di nuoto, di vela ecc. per i figli.

Super poteri??

Tanta energia, tanta organizzazione, ma era davvero questo?

Che cosa faceva la differenza e perche’ mi sembrava più capace?

Aveva qualcosa in più ma non erano super poteri.

Aveva imparato, forse per lavoro, a “giocare la concentrazione”.

Sapeva spostarla con fermezza e sicurezza, ne era veramente padrona.

La cosa positiva era che i figli non erano mai trascurati, perché impostava il gioco o la visita all’ amichetto e passava da un figlio ad un atro facendo il bagno o comprando gelato o stando a chiacchierare con le mamme di turno.

I figli avevano bisogni diversi per poter giocare sempre insieme e quindi era quasi costretta a questo.

Mi sono chiesta se fosse ” un po’ robotica” ma no, non lo era.

Ho intravisto nei suoi occhi e nei suoi tratti quelli di tutte noi.

Ambivalenza, dedizione, senso di colpa, amore per i figli, soddisfazione e gioia ma anche tanta stanchezza e sforzo di flessibilità.

Tempo per sé ne aveva? Forse no ma era molto sorridente e soddisfatta di ciò che aveva nel suo presente, fatto di “qui” e “ora”.

Grazie per questo prezioso insegnamento.

Cercherò di farne tesoro.

Innanzi tutto scandendo meglio il tempo con mia figlia.

Non serve pretendere di stare sempre concentrate sul gioco o sulle continue e a volte ingiustificate richieste di attenzione, soprattutto se trascorriamo molto tempo insieme.

Possiamo lasciare, da quando l’ età lo permette, spazi individuali, aiutandoli a impostare un gioco, dando qualche input e allontanandoci a fare qualcosa per noi o faccende.

Certo bisogna sempre garantire la sucurezza.

Poi essere super concentrate quando invece decidiamo di giocare con loro, allontanando pensieri, preoccupazioni, idee ecc.

In quei momenti dobbiamo provare ad avere una concentrazione esclusiva e totale.

Non faccciamo esistere altro.

Io ci provo!

Non ho altri figli, vero, ma spesso mi trovo in difficoltà quando ho cose da fare e sono con lei sola e questo accade quasi tutti i giorni.

Non sarà facile ma ne vale la pena.

E voi che ricordo costruttivo portate della vostra estate 2020?

Avete conosciuto qualcuno che vi ha indirettamente o direttamente insegnato qualcosa di nuovo e utile in famiglia?

Scrivetemi

Sono in ascolto e anche molto curiosa 😉

A breve vi parlerò di film e così incontreremo tante figure utili, prrsonaggi che possono farci imparare qualcosa di nuovo.

Genitori e figli – scuola: pensare la relazione in gioco in un settembre atipico

Ecco arrivato il periodo dell’ attesa della ripresa delle lezioni scolastiche: l’inizio della scuola.

Come ogni anno l’ attesa cresce parallela alla noia di fine estate.

Cosa rapprenta la scuola lo immaginiamo tutti perché tutti lo ricordiamo, ma cosa rappresenta quest’anno l’inizio della scuola?

Sono tante le preoccupazioni, le aspettative, le difficoltà e soprattutto emerge la paura che colpisce su due fronti: quello del contagio e quello dell’ apprendimento.

Ognuno ha la sua idea, ma non sarà nessuno di noi a decidere, perché questa volta possiamo solo essere spettatori delle decisioni di un governo, almeno nel momento attuale, a cui dobbiamo dare fiducia per la ripartenza della scuola, nonostante dubbi, polemiche e normative severe e ahimè ardue da attuare.

Il problema non sembra solo questo.

Come genitori ci sentiamo chiamati in gioco, privati della nostra sicurezza dettata dall’ abitudine, a dover pensare e pianificare una nuova organizzazione familiare e un probabile piano b.

Sono tante le testimonianze di genitori alle prese coi compiti fino alle due di notte, dopo aver svolto lavori già appesantiti e cambiati per il Covid, nonni che si sono trasferiti e tanto altro, figli nonostante tutto molto demotivati.

Certo la didattica a distanza ha complicato le cose ma i compiti e lo studio sono sempre stati terreno e pretesto di scontro per molte famiglie.

Come attrezzarsi per questo anno scolastico?

Dobbiamo ricorrere alla resilienza per essere capaci di trasformare la preoccupazione in sfida motivante.

Per prima cosa noi adulti dovremmo mostrarci più flessibili aperti e sicuri.

Le scuole riapriranno probabilmente con modalità nuove e lezioni in presenza non sempre garantite.

Per i genitori sarà un’ avventura verso il potenziamento dell’ autonomia e responsabilità dei figli nei confronti di compiti e studio. Non dovranno sostituirsi.

Le parole adatte potrebbero essere: “Sarai tu a gestire la scuola e i compiti, noi ci saremo per ogni difficoltà, ma non saremo noi a richiamarti continuamente al dovere” .

Occorre dare fiducia: “Sappiamo che forse sarà più difficile, ma siamo consapevoli che con il giusto impegno puoi riuscire anche quest’ anno”

E anche ricordare: “Come famiglia siamo un squadra in cui ognuno ho suoi compiti”

Il compito genitoriale sarà quello di mentalizzare per primi che il 2020-21 sarà un’opportunita’ di crescita.

Le difficoltà i compiti le disposizioni dovranno essere accolte con atteggiamento positivo.

Certo non sarà semplice e soprattutto non sarà automatico ma noi adulti per primi siamo chiamati a mostrarci capaci con fermezza.

Possiamo condividere preoccupazione anche con i figli ma non possiamo permettere che questo diventi un pretesto e un circolo vizioso.

Ecco la crescita familiare a cui siamo chiamati quest’ anno come genitori di figli di tutte le età.

Buon settembre a tutti!

Cos’è la famiglia?

Pensarsi in famiglia è come immaginarsi in una barca a vela senza motore, con la quale non è possibile navigare da soli.

Per procedere occorre lavoro di equipaggio, fatto di collaborazione, fiducia, divisione dei compiti, rispetto.

Questa metafora per evidenziare l’intersoggettivita’ e il carattere imprescindibile della famiglia dell’ essere sistema dinamico,in movimento, in cui ogni individuo cresce individualmente, ma all’interno del sistema stesso.

Ogni membro della famiglia dovrebbe conoscere bene se stesso e costruire un tipo di crescita individuale integrata. Madre e padre devono essere presenti ma devono, per essere sani, conoscersi e interrogarsi per costruire il ruolo familiare più vicino alle proprie inclinazioni.

Ci sono mamme che lavorano otto ore al giorno ma sono organizzate e seguono i figli con una supervisione a distanza delegando l’ aspetto pratico ad altri, poi ci sono mamme come me che hanno scelto di vivere a 360 gradi la maternità perché non torneranno più i primi anni dei figli, ma senza rinunciare alla passione.

Non esistono scelte uguali per tutte, ogni scelta ha il suo perché.

Ogni scelta familiare va tarata in base alla propria individualità.

Solo così è possibile collaborare, organizzare, essere se stessi, crescere in relazione.

A volta non basta scegliere per stessi perché in famiglia incontriamo l’altro e talvolta può generarsi un conflitto.

Questa è la parte più difficile.

Cosa rappresenta per noi

l’ altro? Uno specchio, un potenziale limite, un confronto necessario per crescere, un arricchimento.

Ecco la parte più difficile, ma allo stesso più interessante.

Nella vita come in ambito lavorativo procedo meravigliata da tanta forza propulsiva e vitale.

Buona navigazione😉

La famiglia oggi

In poco meno di un secolo siamo passati da un tipo di famiglia patriarcale e numerosa, con un’ unica abitazione per più nuclei familiari, ad una forma familiare più privata, con meno figli, nella quale non ci sono più ruoli rigidi e tutto, o quasi, è stato messo in discussione.

Più semplice oggi? Più difficile oggi?

“La libertà è una concetto semplice, purché sia tempesta”

Sono le parole del testo di una delle mie tante canzoni preferite.

Mi piace pensare alla famiglia di oggi come libera e tempestosa, la famiglia in cui saper navigare anche nella tempesta.

Le tempeste erano numerose anche nel vecchio modello di famiglia, ma erano di natura più pratica legate alla sopravvivenza.

La libertà individuale di oggi ha una forza ed una energia che può portare conflitti in un sistema come la famiglia, anche se il tutto si è desiderato e scelto.

Ecco perché tante separazioni, tante famiglie ricomposte, molte convivenze più semplici da sciogliere.

Con una libertà più piena a volte tutto può sembrare più difficile, ma questo non deve spaventare perché è allo stesso tempo tutto più autentico e per ogni individuo più vicino al vero “sé” .

Certo bisogna avere il giusto senso del limite, ma un limite scelto, un limite auto-cucito addosso, non imposto da un capofamiglia o da un modello più arcaico.

Occorre una forte flessibilità che fa integrare i vari nuovi ruoli.

Ogni crisi porta ad una trasformazione…

Chi sono?

UN’ ETERNA STUDENTESSA DI VITA …

Ma anche una Mamma, una Moglie e una Dottoressa in Tecniche Psicologiche per i Servizi alla Persona e alla Comunità iscritta all’ albo b

dell’ Ordine degli Psicologi delle Marche n.2588.

Ho seguito alcuni corsi di formazione tra cui i più importanti:

Mediazione Familiare Sistemica

Processi di apprendimento

Ho anche una laurea in Scienze Giuridiche (la mia prima strada percorsa e rivisitata ) e la Maturità Scientifica.

Ho lavorato in ambito educativo per molti anni.

Ho gestito il mio centro compiti specializzato fino ad ora, conoscendo tante famiglie con le loro storie.

Perché un blog?

Per condividere, per crescere insieme, per non farvi sentire soli, per un confronto utile e trasformativo, per un consiglio educativo immediato, per una psicologia di formazione e preventiva.