

Ci assomigliano.
Hanno ereditato i nostri geni.
Mia figlia ha ereditato la mia solarita’ la mia tenacia, la sicurezza e irrequietezza paterna ma oltre a tutto questo su cui avremo avuto sicuramente un’ influenza, ha ereditato da me e forse dalla zia paterna due enormi tonsille che ” lavorano troppo”.
Questo pur essendo normale e comune a tanti bambini limita lo sport e tanto altro.
Le nostre vite subiscono mensilmente uno stop: placche febbre alta notti insonni medicine.
Tutto questo mi riporta nel passato,un passato traumaticobe doloroso.
La mia infanzia e’ stata segnata dalla tragedia di ammalarsi spesso.
La mia giovane mamma si colpevolizzava se mi permetteva una vita normale, dal sudare a far sport a prender freddo a stare con amichetti malati fino a metter la gonna.
Poi il coro degli affezionatissimi nonni zii!
Il pensiero magico per tentare un controllo impossibile era sempre in agguato.
Sfiga, associazioni sbagliate: “ogni volta che va li’ si ammala”.
Erano altri tempi, tempi in cui la psicologia non era cosi’ accessibile come oggi.
I miei adulti facevano quello che potevano e che sapevano fare.
Per quella bambina con la vestaglia con tanto dolore alla gola provo un senso materno di protezione, ma quella bambina sono io.
Adesso sono cresciuta sono una mamma che non puo’ ripetere un copione disfunzionale.
Quindi nessuna tragedia e nessuna sfiga.
Tutto normale e affrontabile.
Ci ha pensato il pediatra a metterlo in chiaro.
Osserviamo e non escludiamo l’ intervento.
Intervento?
Qui si apre una porta la cui serratura e’ inchiavata bene.
Ruggine.
Dovro’ aprirla.
Non riesco da sola.
Anzi si.
C’ e’ una ragazzina dietro a quella porta in una stanza di ospedale con la vestaglia rosa.
Ha da poco avuto una grande emorragia il giorno di Natale.
E’ stata di nuovo ricoverata si era operata alle tonsille.
Ma stop questa e’ la mia storia non quella di mia figlia.
Col mal di stomaco per i miei nodi irrisolti la vedo correre per un corridoio di ospedale duarante l’ attesa di visita.
La vedo giocare a fare la dottoressa serena e curiosa.
Come mamma ci saro’ sciogliendo i miei nodi, rielabondo ed essendoci in modo equilibrito.
Non possiamo pretemdere che tutto sia automatico.
Come genitori siamo chiamati a crescere.
Ognuno ha i suoi punti dolenti e irrisolti.
Una mia cara amica mi ha detto: ” siamo imperfetti ma perfettibili”.
Ecco credo che questo dovremmo ai nostri figli.